martedì 16 febbraio 2010

Un Theta di città

Eccoci qui, quindi, al primo post di questo blog.
Vorrei che foste qui, a guardarmi, mentre scrivo questa cosa nella mia nuova casa, otto lunghissimi giorni prima di poterci entrare a vivere definitivamente.
È un'immagine molto suggestiva, ci sono io, semilluminato dalla luce morbida e tenue di una lampada posata a terra, stretto in un angolo di questa enorme stanza vuota, che affido i miei pensieri ad un foglio di carta ingiallita appoggiato ad una vecchia poltrona.
E la amo, io, questa vecchia poltrona; è quella su cui stavo da bambino, a leggere o guardare i cartoni animati, accanto a mia nonna che trasformava in maglioni un gomitolo di lana dopo l'altro; p la poltrona su cui ho fatto l'amore con tutte le ragazze importanti della mia vita; è la poltrona su cui ho pianto quando la vita è venuta a strapparmi via un'altro pezzo d'anima; è quella su cui riesco a fermarmi a riflettere veramente; ed è l'unica cosa che resterà con me in questa casa, quando fra qualche giorno gli uomini dei traslochi porteranno via tutto, e questa casa sarà veramente mia.
Sto divagando, lo so, sto girando intorno senza andare da nessuna parte, e il pacchetto di Lucky Strike e la birra, i soli compagni che ho ora, in questa casa, non credo abbiano intenzione di mettersi a sindacare su quello che sto scrivendo.
E ho bisogno di scrivere e divagare, adesso, in questa casa, sulla mia vecchia poltrona, che sono un paio di giorni che qualcuno nella mia testa ha alzato bandiera bianca, che sto aspettando di capire se sono o meno speciale per una persona che per me è speciale, e fragilità e tensione sono due parole che adesso mi riguardano tantissimo, e fidatevi, il fatto che lo facciano insieme è una cosa che non va bene nemmeno per sbaglio.
Comunque fra una settimana, quando leggerete questa cosa qui, io saprò già se sono o meno una persona speciale per lei, e sono quasi convinto che lo saprete già anche voi, che niente mi tratterrà dall'urlare al mondo la mia gioia, o ululare alla luna il mio dolore.
Un tredicenne cazzo! Sembro un tredicenne alle prese con la sua prima cotta.
E di questo, indipendentemente da come andrà a finire, sono grato (proprio di questo stavo parlando con lei qualche giorno fa), che gli anni levigano parecchio le emozioni e non mi aspettavo di ritrovarmi ancora a provarne di così forti.

Il post se n'è andato per conto suo, e quello che veramente volevo dirvi non sono ancora riuscito a comunicarvelo, quindi mi tocca appiccicarlo qui.
Finalmente vado a vivere da solo e, visto che la cosa di per se era un cambiamento troppo piccolo, lo faccio passando da una casa in provincia ad una parecchio dentro la pancia della mia città, e m'è sembrato giusto, con l'occasione, aprire questo blog, per farvi condividere con me questa esperienza.
Ecco a voi, quindi, "Un Theta di città".

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