mercoledì 24 febbraio 2010

con ordine

Procediamo con ordine e, se ci riusciamo, con un minimo di lucidità.
Avevo promesso che vi avrei reso partecipe delle mie esperienze come neo-cittadino e neo-indipendente dalla famiglia, ma pare che io non mi stia impegnando particolarmente a mantenere questa promessa. Pare solo però, che io impegno ce ne sto mettendo, ma fra tutto quello che mi sta succedendo intorno faccio difficoltà a mantenere una parvenza di direzione.
Con ordine.
24 Febbraio 2010, giorni dal passaggio dei traslocatori: 13; giorni dalla piena presa di possesso dell'appartamento: non ne ho idea.
Di sicuro so solo che il primo coinquilino entrerà ufficialmente in casa il primo marzo, e che per quella data tutto dovrebbe riuscire ad assumere un aspetto quasi umano; per il momento vivo più o meno accampato, dormo in un sacco a pelo circondato da scatoloni, con la puzza di vernice delle stanze che sto imbiancando che non mi abbandona mai. Metà delle prese elettriche della casa sono inutilizzabili, l'altra metà è smontata. Se voglio utilizzare il computer devo staccare il frigo, tra l'altro praticamente vuoto, che la spesa chissà quando riuscirò a farla. Ieri sera ben due padelle sono andate a far compagnia alla pentola e al tegame che costituiscono tutto il pentolame a mia disposizione; stasera potrei addirittura smettere di cucinare solo pasta. Per i vestiti faccio avanti e indietro con la casa dei miei, porto solo quello che riesce a stare dentro uno zaino, che un'armadio ancora non ce l'ho, e la lavatrice languisce smontata in cucina, e comunque non saprei nemmeno come utilizzarla.
Venerdì vengono a lucidare quello schifo di marmo che fa da pavimento, sabato se tutto va bene farò il trasloco definitivo, poi si tratterà solo di sbrigarsi a realizzare il mobilio, e in capo a forse un paio di mesi potrò finalmente rilassarmi in una tana tutta mia senza null'altro da fare se non viverla.
Con ordine.
Ho degli amici da ringraziare più di quanto non pensassi o sperassi, persone splendide che hanno rinunciato al sonno e ad uscire e sono due settimane che mi gravitano in casa con in mano rulli e pennelli e vernici e stracci e secchi e spugne e scope e. Amici che si stanno facendo in quattro per supportarmi in questo rito di passaggio più che possono.
Ho degli amici che non posso ringraziare quanto pensavo o speravo, persone che hanno risposto alle mie chiamate sparendo in una nuvola di fumo o facendosi semplicemente i cazzi propri. Forse non ho saputo dimostrare bastevolmente il valore della mia amicizia, o forse sono di fronte a persone più egoiste di quanto pensassi; valuterò, e cambierò il mio comportamento di conseguenza.
Mi sono accorto di aver veramente sottovalutato qualcuno, chiedo venia e faccio ammenda, da oggi saprò portarti come giusto che sia sul palmo della mia mano.
Con ordine.
vi voglio bene ragazzi, in due settimane che vivo in questa casa ho cenato da solo una volta sola, e dormito da solo due. Avervi sempre qui è fantastico, sapere che in due settimane abbiamo consumato 30 litri di birra, 25 di vino, un paio di superalcolici e solo sei litri d'acqua, di cui un paio sono andati a diluire la vernice mi rende orgoglioso di voi; aver già ricevuto lamentele da due condomini confinanti su tre, ringraziando chi di dovere che sotto casa non ci abita nessuno, la dice lunga su come si vivrà in questa casa.
Con ordine.
Giovedì ho perso il lavoro. Capita, alle volte. Nessun dramma, è una cosa che mi aspettavo e che sarebbe comunque successa entro un paio di giorni, è una cosa che comunque volevo; il lavoro non andava più da nessuna parte, e io mi sentivo di sprecare giorni a fare cose inutili, in continuo contrasto col capo.
Ho approfittato del paio di giorni di vacanza inaspettata per entrare maggiormente in contatto con la mia nuova casa, portarmi un poco avanti con i lavori e rilassarmi un pò. E poi ho avuto la possibilità di affrontare un venerdì sera con la giusta carica e le giuste motivazioni per affondare i denti in una di quelle esperienze che vale sempre la pena vivere.
Da lunedì ho un nuovo lavoro, in un posto nuovo; se poteva andarmi peggio non riesco ad immaginare come, veramente. Svolgo compiti adatti ad una scimmia ammaestrata, e l'avanzamento di carriera di cui si parlava s'è trasformato in un passo indietro...doppio. A migliorare la situazione mi sono ritrovato a lavorare in mezzo a milanesi e basta. Non è razzismo, non sono razzismo, ma odio tutto di voi, l'accento, i valori, la città, la cucina, la spocchia, la vostra incapacità di relazionarvi in maniera decente in ambito lavorativo.
Ma sono fiducioso, spero di andarmene via quanto prima da questo posto, anche perchè senza poter guardare la posta, senza poter leggere e scrivere sui blog lavorare diventa pesante.
Con ordine.
Come sto? Qualcuno dice che non sono sereno. Qualcuno è praticamente un genio nel notare le cose più ovvie.
Al momento attuale mi manca qualcosa, una qualsiasi, che si avvicini al concetto di stabilità. Tutto cambia per me, tutto è instabile, e io navigo a vista; se vi state chiedendo come faccio a farlo con questa benda calata sugli occhi vuol dire che mi frequentate veramente poco, altrimenti sapreste che sono ubriaco, ci vedo doppio e la luce mi da fastidio, e comunque in mezzo a questa nebbia non si vede un cazzo, e l'unica è sperare di non finire ad abbracciare gli scogli.

1 commento:

  1. Ecco, adesso verrà quella parte li che di solito apostrofano con un "e mo' vie' er bello". Ho quasi finito La Confraternita Dell'uva e visti tutti questi cambiamenti, annunciati anzitempo, sia mai che sia la volta buona che ti porto un'altro scatolone, pieno di tutta la roba che m'hai prestato. Chissà. Eddaje mister, ci siamo.

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